lunedì 24 febbraio 2020

Storie dal Nuovo Mondo: Incunaboli in US!

Cari amici, oggi diamo avvio alla  rubrica Storie dal Nuovo Mondo: Incunaboli in US.

Incunaboli che passione!

Il mondo delle biblioteche storiche, dei libri antichi e degli incunaboli è estremamente affascinante!
Fra carte segnate dal tempo ma ancora bianchissime, legature in pergamena o pelle, adornate con borchie, cantonali, fermagli e incisioni su piatti e dorso, si nascondono notizie sorprendenti che ci rivelano molto del nostro passato. 


William L. Clements Library (University of Michigan)
Battista Mantovano, esemplare composito, Venezia, Giacomo Pencio, 1499
Coperta rigida in piena pelle, con piatti decorati, in legno, fermagli sul taglio davanti.

Gli incunaboli, custoditi in biblioteche, musei, università, collezioni private e negozi di antiquariato in giro per tutto il mondo, rappresentano un dono preziosissimo per tutti noi. Come macchine del tempo ci permettono di investigare il passato. Sfogliando le loro pagine non è inusuale trovare note lasciate dai lettori che studiarono i testi, sottolineature, maniculae e segni d’attenzione; anche coloro che acquistarono i libri lasciarono spesso traccia di sé, scrivendo il prezzo d’acquisto, firmando il libro, scrivendo in una nota da chi avessero acquistato quella specifica opera, o facendo decorare le pagine con bellissime miniature e pitture. 

 William L. Clements Library (University of Michigan)
Cicerone, Tuscolanae disputationes, Venezia, [Nicola Girardengo] 1480

Note manoscritte riguardanti il testo (s. XVI/XVII; c. a2r)


 William L. Clements Library (University of Michigan)
Schedel Hartmann, Liber Chronicarum, Norimberga, Anton Koberger, 1493

Manicula (s. XVII; c. LXXIII)


William L. Clements Library (University of Michigan)
Schedel Hartmann, Liber Chronicarum, Norimberga, Anton Koberger, 1493

Nota manoscritta recante anno, luogo e prezzo d’acquisto dell’incunabolo (s. XVII; c. [*]1r): MDCLXXI Emputs Bononiae ducatonis argenteis sex


Oggi parleremo dell’opera di Schedel Hartmann (1440-1514), LiberChronicarum, stampato a Norimberga nel luglio 1493 dal tipografo Anton Koberger (ca. 1440-1513), per volere di Sebald Schreyer (1446-1520) e Sebastian Kammermeister (1446-1503).

L’incunabolo, mirabile esempio di libro a stampa illustrato, racconta la storia dell’umanità, dalla sua creazione per mano di Dio fino all’anno di pubblicazione dell’opera. Custodisce al suo interno ben 1809 xilografie, le cui matrici, 645 per l’esattezza, sono opera di Michael Wolgemut (ca. 1434-1519), pittore e incisore tedesco, conosciuto per essere stato il maestro di Albrecht Dürer durante gli anni del suo apprendistato (1486-1489). 

Schedel Hartmann, medico tedesco, appassionato collezionista di manoscritti e libri a stampa, utilizzò opere letterarie della classicità e del periodo medievale per comporre la sua opera, prendendo inoltre ispirazione dal Supplementum chronicarum di Giacomo Filippo Foresta, pubblicata a Venezia nel 1483[1].
Le immagini accompagnano il testo e adornano tutte le carte del libro, mostrando vedute di città, battaglie, santi e imperatori, eruditi e intellettuali di ogni epoca. Di questa mirabile impresa, compiuta nella Norimberga di fine Quattrocento, si conservano a tutt’oggi tre contratti, redatti fra il dicembre 1491 e il marzo 1492, e firmati da personalità importanti dell’epoca.

In particolare, molto affascinante risulta la figura di uno dei due committenti, Sebald Schreyer, mercante tedesco e umanista, promotore delle arti e della cultura nella Norimberga dell’epoca. Membro del consiglio cittadino e rettore della Chiesa di San Sebald a Norimberga, commissionò la stampa di molte opere, fra cui Breviari e Messali, stampati su pergamena[2]. 

Certamente non meno importante fu il tipografo a cui Schreyer si rivolse per stampare l’opera di Hartmann, Anton Koberger (ca. 1440-1513), il quale, all’epoca dei fatti, possedeva 24 torchi tipografici e botteghe tipografiche in 16 grandi città europee[3]



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Note sull'autore del post
Debora Di Pietro ha iniziato ad appassionarsi al libro antico durante gli ultimi anni universitari, mentre studiava per laurearsi in Storia dell’arte e beni culturali all’ Università di Catania, sua città d’origine. Presa la laurea magistrale,  si è trasferita negli Stati Uniti, ad Ann Arbor - ridente cittadina nel sud del Michigan. Nonostante abbia cambiato continente, le sue passioni sono rimaste immutate. Così da qualche tempo lavora su una piccola, ma interessantissima collezione di incunaboli custodita presso la William L. Clements Library di Ann Arbor (University of Michigan, MI).


[3] Campos Carlos Alberto, Technology, scientific speculation on the Great Discoveres. Coimbra 1985, p. 525.

martedì 11 febbraio 2020

ATTENZIONE: APPUNTAMENTO RINVIATO! Incunaboli delle biblioteche siciliane: se ne parla a Milano!

L'appuntamento è rinviato! Vi faremo sapere :-)
 
Biblioteche perdute e storie ritrovate tra i cataloghi di incunaboli delle biblioteche siciliane, questo il titolo dell'incontro che sarà condotto da Edoardo Barbieri, con Marco Palma, il 25 febbraio 2020 a Milano, alla Biblioteca Braidense.
Si discuterà dei progetti conclusi (Siracusa, Catania I e Ragusa) e dei progetti in corso Incunaboli a Catania II e Incunaboli ad Agrigento


lunedì 10 febbraio 2020

Mimmo Fiormonti al DISUM, seminario LM-43

"Che cosa vuol dire digitalizzare? Quali sono le conseguenze della digitalizzazione?"
Iniziamo ad affrontare il problema, e non è facile riflettere sui fondamenti!
"Cambia il modo di trasmettere le memorie, cambiano le discipline che trasmettono le memorie".

Così inizia il seminario di Mimmo Fiormonti ad DISUM, per gli studenti della LM-43, ma aperta al pubblico.
Siamo stati, e siamo, distratti dalle conseguenze politiche della digitalizzazione e ciò ha prodotto una digitalizzazione distorta; le preoccupazioni emistemologiche sono state sopravanzate da altre questioni, prima di tutto quella degli standard.